Tematica Navi, sottomarini, sommergibili

Incrociatore leggero A.R.A. General Belgrano

Incrociatore leggero A.R.A. General Belgrano

Foto: autore ignoto, 2 maggio 1982.

Nome: Incrociatore leggero A.R.A. General Belgrano

Notizie: La ARA General Belgrano fu un incrociatore leggero della marina argentina affondato con perdite considerevoli di vite in un controverso episodio della guerra delle Falkland. È la sola nave che sia mai stata affondata da un sommergibile nucleare in tempo di guerra. Il suo nome era stato precedentemente usato per un incrociatore corazzato da 7.069 tonnellate costruito in Italia completato nel 1899 e andato in disarmo nel 1948 che era quasi gemello dell'incrociatore della Regia Marina Garibaldi. Venne costruito come USS Phoenix (CL-46), sesta nave della classe Brooklyn di incrociatori leggeri, nel New Jersey dalla New York Shipbuilding Corporation nello stabilimento di Camden. Il suo scafo venne impostato nel 1935 e dopo il varo, avvenuto nel marzo 1938, entrò in servizio nell'ottobre dello stesso anno. Uscito indenne dall'attacco giapponese contro Pearl Harbour del 7 dicembre 1941 prese parte al secondo conflitto mondiale impegnato nell'area del Pacifico e tra i tanti impieghi prese parte alla battaglia del Golfo di Leyte. Al termine del conflitto venne messo fuori servizio dalla US Navy nel luglio 1946. L'incrociatore "USS Phoenix" venne venduto, insieme al gemello USS Boise, all'Argentina nel 1951 per 7,8 milioni di dollari ceduti secondo i termini del Mutual Defense Assistance Program, e ribattezzato 17 de Octubre in onore di un importante anniversario del partito politico del presidente Perón. Non avendo tale data alcun significato nella storia navale argentina, venne affermato falsamente che in quel giorno il pabellón nacional veniva innalzato per la prima volta a bordo dell'unità, mentre in realtà la cosa era avvenuta il 12 aprile. Riallestita nella base di Filadelfia la nave dopo aver lasciato gli Stati Uniti raggiunse la sua base operativa di Puerto Belgrano il 5 dicembre successivo. Alla consegna l’armamento principale era costituito da cinque torri triple da 152/47mm disposte tre a prora, con la torre “2” sopraelevata rispetto alla “1” e alla “3” e due a poppa, con la torre “4” in posizione sopraelevata rispetto alla torre “5”, in una configurazione detta superfiring. L'armamento antiaereo principale era costituito da otto cannoni singoli da 127/25 antiaerei, disposti quattro per lato, tre in coperta e uno sopraelevato, mentre l’armamento leggero antiaereo era costituito da ventotto cannoni Bofors da 40mm e ventiquattro mitragliere da 20/70mm Oerlikon. e mitragliatrici. Nel corso del 1952 ha participato alle esercitazioni e alle attività addestrative della flotta con sei tappe nell'Atlantico meridionale. Nal 1953 dopo aver preso parte in Atlantico alle previste attività addestrative, nel mese di luglio, nel corso di una visita a Buenos Aires ricevette la bandiera di combattimento donata dall'Istituto Browniano di Adrogué, una cittadina della Provincia di Buenos Aires capoluogo del Partido di Almirante Brown. Nel corso delle attività addestrative previste nel 1954 effettua sette uscite in mare. Nel corso della Revolución Libertadora del settembre 1955 con cui le Forze Armate destituirono il presidente Perón l'unità prese parte attiva al sollevamento. Il 16 settembre 1955 la nave al comando del Capitàn de Navìo Carlos Bruzzone fu tra le unità i cui equipaggi si sollevarono contro il regime nella base di Puerto Belgrano e dopo aver lasciato l’arsenale fece rotta verso Mar del Plata, dove anche la locale base sommergibili venne assicurata alla causa degli insorti e dirigendosi poi a La Plata dove imbarco a bordo innalzandone l'insegna l'ammiraglio Rojas uno dei principali protagonisti della rivolta, che avrebbe poi assunto la carica di vicepresidente nella nuova giunta militare. elle prime fasi della guerra delle Falkland la maggior parte della marina argentina evitò il conflitto. Il General Belgrano era partito da Ushuaia nella Terra del Fuoco il 26 aprile 1982, accompagnato dai due cacciatorpediniere ARA Piedra Buena (D-29) e Bouchard (D-26) (entrambi ex-navi della US Navy), come Task Group 79.3. Il 29 stavano pattugliando Burdwood Bank a sud delle isole. Il 30 venne avvistato dal sottomarino nucleare della Royal Navy HMS Conqueror della classe Churchill. Il sottomarino si avvicinò il giorno seguente. Sebbene al di fuori della Zona di Interdizione Totale dichiarata dai Britannici, 370 km (200 miglia) dalle isole, questi decisero che il gruppo era una minaccia. Dopo consultazioni a livello ministeriale, il primo ministro Margaret Thatcher acconsentì che il comandante Chris Wreford-Brown attaccasse il gruppo. Alle 15:57 del 2 maggio il Conqueror lanciò tre siluri convenzionali Mk 8 mod 4, ognuno con una testata di 363 kg di torpex. Due siluri colpirono la General Belgrano. Una delle due torpedini colpì tra 10 e 15m dietro alla prua, al di fuori dall'area protetta dall'armatura verticale o dalla controcarena contro le torpedini. L'esplosione distrusse la prua della nave, ma le paratie interne ressero e il magazzino di prua per le munizioni da 40mm non detonò. Non c'era nessuno in quella parte della nave al momento dell'impatto. Il secondo siluro colpì a circa tre quarti lungo lo scafo, appena fuori del limite posteriore della corazzatura verticale. La torpedine penetrò all'interno della sala macchine posteriore prima di esplodere. L'esplosione si sfogò verso l'alto attraverso due mense ed un'area ricreativa chiamata the Soda Fountain causando infine uno squarcio di venti metri sul ponte principale. Relazioni successive stimarono il numero di morti nell'area dell'esplosione a circa 275 uomini. L'esplosione non causò incendi, ma la nave si riempì rapidamente di fumo. L'esplosione danneggiò anche l'impianto elettrico del Belgrano impedendo l'emissione di una chiamata d'aiuto. La paratia anteriore resse, ma l'acqua affluì dallo squarcio creato dalla torpedine e non poté essere pompata fuori a causa della mancanza di energia elettrica. La nave iniziò a sbandare a sinistra ed ad affondare di prua. Venti minuti dopo l'attacco, alle 16:24, il capitano Bonzo ordinò all'equipaggio di abbandonare la nave. Vennero lanciate delle zattere gonfiabili e l'evacuazione iniziò senza panico. Le due navi scorta erano inconsapevoli di quello che stava avvenendo al Belgrano, avendo perso il contatto visivo nell'oscurità e non avendo avvistato i razzi di soccorso ed i segnali luminosi. Ad aumentare la confusione, l'equipaggio del Bouchard udì un rumore d'impatto che poteva essere la terza torpedine al termine della sua corsa (un esame successivo dello scafo mostrò un segno di impatto consistente con quello causato da una torpedine). Le due navi continuarono sulla loro rotta verso occidente ed iniziarono a lanciare cariche di profondità. Quando compresero che era successo qualcosa al Belgrano era già buio ed il tempo era peggiorato, disperdendo le zattere di salvataggio. Navi argentine e cilene salvarono in tutto 770 uomini tra il 3 ed il 5 maggio. In totale 323 membri dell'equipaggio argentino rimasero uccisi nell'attacco. Il relitto dell'incrociatore giace ad oltre 4.000 metri di profondità sul fondo dell'Atlantico.


Stato: Argentina

Anno: 31/03/2007

Dentelli: 14 x 14